sfigmomanometro

L’ipertensione arteriosa è una condizione cronica, e rappresenta una delle patologie più diffuse nei paesi industrializzati. Si calcola che il 20% della popolazione adulta sia affetta da questa malattia. L’ipertensione è uno stato estremamente subdolo, poiché è silente e non comporta particolari sintomi. Per questo motivo è definita “killer silenzioso”, poiché può provocare danni molti gravi e, nei casi più estremi, la morte. L’ipertensione arteriosa è uno stato in cui la pressione arteriosa a riposo è notevolmente superiore rispetto ai valori standard. Per fare un esempio pratico si può parlare di ipertensione in due occasioni. Nel primo caso la pressione arteriosa minima, detta anche pressione diastolica, supera costantemente i 90 mm/Hg. Nel secondo caso la pressione arteriosa massima, detta anche pressione sistolica, supera costantemente i 140 mm/Hg. L’ipertensione è definita nel gergo più comune “pressione alta”.

Sono diverse le cause che, nel corso della giornata, possono provocare un innalzamento o un abbassamento improvviso della pressione arteriosa. Di notte la pressione è bassa, ma inizia a salire appena sveglia nel corso della giornata, raggiungendo il picco a mezzogiorno. Dopo pranzo la pressione tende ad abbassarsi, per poi rialzarsi nuovamente nelle tarde ore pomeridiane. La pressione aumenta nel corso di un’attività fisica, e l’entità dell’aumento dipende dall’intensità e dalla durata dell’esercizio o dello sforzo. Stati particolari di ansia, stress o forti emozioni provocano un innalzamento della pressione. Situazioni calme e rilassanti invece favoriscono un abbassamento della pressione.

Esistono quattro gradi di ipertensione che determinano la gravità della situazione. Si parla di ipertensione lieve (pre-ipertensione) quando l’aumento supera i 130/85 mm/Hg, ma è inferiore ai 139/89 mm/Hg. L’ipertensione allo stadio 1 si verifica quando l’aumento supera i 140/90 mm/Hg, ma è inferiore ai 159/99 mm/Hg. Nell’ipertensione allo stadio 2 l’aumento supera i 160/100 mm/Hg, ma è inferiore ai 179/109 mm/Hg. Infine si parla di ipertensione allo stadio 3, la più pericolosa, quando l’aumento pressorio è maggiore o uguale a 180/110 mm/Hg.

Esistono diversi fattori che posso incidere negativamente sull’organismo, favorendo le condizioni per la creazione dell’ipertensione. Gli studi hanno evidenziato alcune possibili cause: predisposizione genetica; abitudini alimentari sbagliate (abuso di caffeina, sale, alcol); sovrappeso; età avanzata; sedentarietà; depressione; squilibri ormonali. L’ipertensione non curata in modo opportuno provoca un danno ai vasi sanguigni. I rischi sono molto alti, e possono causare nella peggiore delle ipotesi aneurismi, insufficienza cardiaca, attacchi di cuore, ictus, malfunzionamenti dei reni, deficit di memoria e demenza. É fortemente consigliata una visita medica per valutare la pressione arteriosa, da misurare con un apposito sfigmomanometro (o con altri misuratori di pressione). Sono necessari anche controlli più approfonditi come: esame del sangue, esame delle urine, esami radiologici, holter pressorio ed elettrocardiogramma.

Come contrastare l’ipertensione arteriosa? Innanzitutto bisogna condurre una vita sana, praticando costantemente un’attività fisica ed evitando eccessi di sale, fumo ed alcol. Una vita sana richiede anche un sonno profondo e continuativo nelle ore notturne. Se nonostante i vari accorgimenti l’ipertensione continua ad essere presente, è necessario ricorrere a farmaci specifici. Si tratta di medicinali anti-ipertensivi, che comprendono: diuretici, calcio-antagonisti, beta-bloccanti, inibitori del sistema renina-angiotensina e vasodilatatori. La terapia va ovviamente stilata in base al grado di ipertensione. Infine lo yoga è un ottimo rimedio naturale per controllare lo stress e normalizzare la pressione arteriosa.

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