mangiare poco

magiare pocoFin da piccoli incitiamo i bambini a mangiare “mangia, finisci tutto” associando il cibo alla salute. In effetti mangiare ha un’importanza vitale soprattutto nella fase della crescita. Ma quanto bisogna mangiare per stare bene?

Se mi facessero questa domanda a bruciapelo risponderei senza esitare che è meglio “mangiare poco e bene”, questo perché penso ai  miei nonni che, seppur per figli e nipoti preparavano ad ogni occasione veri e propri banchetti, si limitavano mangiando poco cibo ma sempre basato su alimenti sani.

Mangiare poco non significa non consumare cibo a sufficienza ma piuttosto cercare di tenere sotto controllo il proprio peso, anche facendo movimento, cercando di mantenerlo il più possibile vicino al peso forma.

Ci sono studi che rivelano che ridurre notevolmente la quantità di calorie ingerite aiuta l’organismo a invecchiare meno e meglio.

Gli studi: meno calorie per vivere più a lungo

Il professor Luigi Fontana della Washington University di St. Louis, medico ricercatore ed esperto internazionale di nutrizione e invecchiamento nel 2013, durante la Conferenza mondiale The future of Science, organizzata a Venezia dalla Fondazione Veronesi (“Secrets of Longevity”), ha presentato i risultati di alcune ricerche atte a comprendere il segreto della longevità. Ebben e, secondo il luminare non ci sono dubbi l’alimentazione riveste un ruolo chiave per vivere più a lungo e per rallentare il processo di invecchiamento.

Il regime alimentare deve essere seguito sotto uno stretto controllo medico in quanto la dieta deve garantire l’assunzione di tutti i nutrienti nelle giuste proporzioni, riducendo però notevolmente la quantità di cibo e di calorie.

Il professor Fontana sfata anche il mito del “mangiare poco e spesso” sostenendo invece che è necessario mangiare meno volte possibile nel corso di una giornata: assumere cibo in un arco di 8-10 ore e digiunare per le successive 14-16. Questo regime così rigido e controllato ha rivelato, da studi effettuati sulle scimmie, un calo del 50% di infarti e tumori negli animali sottoposti a un’alimentazione ristretta.

I volontari che per anni si sono sottosti a questo regime si sono dimostrati più in salute della media della popolazione, con un cuore “più giovane di 15 anni”, e con la quasi totale assenza di fattori di rischio per ictus e altre malattie cardiache, e livelli bassissimi di fattori predittivi per i tumori.

Ma ci sono altri studi in merito.

Più frutta e verdura è il segreto della longevità

Il biochimico, professore di Gerontologia e di Scienze biologiche e direttore dell’Istituto di Longevità della University of Southern California, Professor Valter Longo, ha eseguito studi tra alimentazione ed invecchiamento, i risultati sono diffusi dal suo libro “Vivere fino a 110 anni in salute”, dove espone alcuni principi fondamentali che rappresentano il segreto della longevità.

Il primo è un’alimentazione quasi totalmente vegetale, che preveda il consumo di pesce a 2-3 volte alla settimana e la diminuzione delle proteine fino al minimo necessario.

Secondo il Professor Longo per vivere a lungo e sani è indispensabile ridurre grassi e zuccheri, ma anche fare tre pasti al giorno nell’arco di massimo 12 ore, senza dimenticare che l’attività fisica all’aria aperta riveste un ruolo fondamentale e che non deve mai essere trascurata. Tra i suggerimenti del Professore c’è il ritorno ad un’alimentazione semplice esattamente come quella che assumevano i nostri nonni.

Mangiare poco per stare in salute

Anche la dottoressa Leanne Redman si è cimentata sullo studio sulla correlazione tra invecchiamento ed alimentazione dimostrando che una sensibile riduzione delle calorie assunte porta dei vantaggi anche nell’uomo.

Nello studio che ha guidato al Pennington Biomedical Research Center di Baton Rouge, per due anni, una parte di volontari (tutti in buona salute e in condizioni di normopeso) hanno diminuito l’apporto calorico di ogni pasto consumato fino al 25%, mentre una parte ha mangiato regolarmente.

I volontari che hanno ridotto l’apporto calorico hanno ovviamente diminuito il peso ed il loro metabolismo è diventato più efficiente a vantaggio delle cellule dell’organismo che hanno consumato meno ossigeno per produrre energia, ed hanno ridotto lo stress ossidativo e, di conseguenza, rallentato i processi di invecchiamento.

Un’alimentazione equilibrata si basa su frutta, verdura, cereali integrali e proteine sia animali che vegetali. Ridurre il quantitativo di cibo e di calorie ingerite ha degli effetti positivi sullo stato di salute generale dell’organismo, in quanto aiuta a prevenire molte malattie, a tenere sotto controllo il peso corporeo ed a mantenere il corpo più giovane. Sempre sotto stretto controllo medico, molti esperti sostengono che anche il digiuno a scopo terapeutico aiuta a mantenersi giovani.

Gli studi tra il rapporto tra nutrizione e invecchiamento continuano, in ogni caso qualora si decidesse di adottare un regime alimentare restrittivo è indispensabile affidarsi ad un nutrizionista che sappia indicare la dieta da seguire scongiurando il rischio di problemi o danni verificabili invece con il fai da te.